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Quanto costa la felicità

  • Immagine del redattore: White Raven
    White Raven
  • 5 nov 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

La felicità ha il suo prezzo, è innegabile. Ma e anche vero che la felicità non casca dal nulla, non capita a caso, per fortuito evento sporadico. No, la felicità è fine a sé stessa ed è essa stessa felicità. E non per citare un famoso spot pubblicitario di cui a ben pochi importa al momento, ma a pensarci bene siamo noi stessi la nostra fonte di felicità. Parte da noi e arriva a noi stessi come emozione viscerale, unica, inimitabile. Capace si farci sfociare il più luminoso dei sorrisi sul volto, di farci rimanere sorpresi, esterrefatti, o di farci piangere, anche. In piccole dosi però, in pillole, estratte dal blister della vita, poiché cime tutte le cose, troppo poca non ha effetto, troppa, fa male. Per non parlare poi degli effetti collaterali. Si può dire che essere felici sia una malattia e un medicinale allo stesso tempo. La prima perché essere sempre, troppo felici, porta a una visione troppo spensierata della realtà delle cose, la seconda perché essere felici ogni giorno, per poche ore al giorno, potrebbe guarire un mondo infelice, tetro e quantomeno fin troppo serio. Depresso, ecco. Noi non nasciamo felici. Nasciamo forse buoni o meno buoni, sensibili o dissociati, introversi o estroversi, ma non nasciamo felici. Nemmeno infelici, se è per questo. Noi stessi tessiamo la tela della nostra stessa felicità assieme a quella di familiari e più o meno eletti che dal canto nostro consideriamo amici, sperando che essi stessi contribuiscano alla nostra scoperta della felicità e al suo mantenimento nel corso degli anni. Qualcuno ci sostiene, effettivamente, qualcun altro nel corso degli anni ci abbandona, altri ancora ci remano contro. Quindi la soluzione è trovare da soli il proprio angolo felice, costruire attorno a sé un piccolo globo di neve con fiocchi di felicità solida al suo interno. Non rendersi asociali, qui non si parla di fare gli eremiti sul cucuzzolo della montagna sperduta, ma di ergere una sorta di vetro protettivo attorno a sé per potersi riparare in caso di bisogno. Un guscio, una coperta di folta lana in cui avvolgersi quando fa freddo e i tempi che corrono non sono dei migliori, da poter aprire solo ai pochi eletti degni della nostra fiducia. Riconoscerli non sarà facile, ma forse, prima o poi, a qualcuno interesserà davvero la nostra felicità. Allora si potrebbe iniziare a creare un paesaggio assieme in questo piccolo "globo di felicità". Perché non cadendo neve, è logico che si possa chiamare così. Degli alberi, un pupazzo e una casetta, magari con all'interno un piccolo fuoco pronto a scaldare chiunque sia il benvenuto. Non credete tuttavia, che tutto ciò sia semplice. Perché come tutte le cose, bisogna prima sbattere il naso per capire quanto faccia male ricevere una botta simile in pieno volto. Le persone mentono, indossano maschere e non tutti sono disposte a condividere la felicità con gli altri. Senza motivo. Perché è pur vero che nulla al mondo si ottiene per nulla in cambio, ma è anche vero che in fin dei conti, cercare di essere felici non ci costa nulla. Dunque essere felici è forse gratuito, non ha costo e non ha prezzo. Perché il valore è inestimabile e non trattandosi di una cosa materiale, non ha valore monetario. Tuttavia forse il costo è esprimibile in tempo, fatica e pazienza. Nonché speranza. Inafferrabile, effimera, sfuggevole, la felicità scappa con la velocità di un jet e si rende quasi impercettibile, invisibile all'occhio umano, tant'è vero che alcune persone nemmeno si accorgono della sua presenza. Qualcuno cerca di afferrarla, qualcuno la cerca per tutta la vita senza rendersi conto che lei è sempre stata davanti a suoi occhi, a un palmo dal naso, intenta a sbracciarsi nel tentativo di attirare l'attenzione. Ognuno la vede in modo diverso, mutevole, ma pur sempre affabile. Forse è per questo che si fatica a condividerla. Sa nascondersi talmente bene a volte, che quando la si trova, la si vorrebbe tenere con sé per sempre, come un ospite ben gradito in ogni circostanza.

1 Comment


angelo.schembri
Mar 22, 2023

Anche se è tardi e la maggior parte degli esseri viventi alle 2.00 di notte dormono, io mi sono messo a leggere nel tuo sito (o blog?). Mi piace un sacco come scrivi 😀... è pulito, ma profondo. Esponi gli argomenti in un modo davvero interessante, che "costringe benevolmente" gli occhi a voler continuare la lettura. Bello. Se queste sono le premesse al tuo PSY, beh... credo che, passerò le prossime notti sul lettino della mia stanza-PC a leggerlo. Per ora...buonanotte Sharon.😘

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